Sono parole pronunciate dal Enrico Letta, presidente del
Consiglio incaricato, al quale facciamo i migliori auguri per il suo compito,
davvero non facile.
Un contributo notevole alla perdita di credibilità della
politica lo ha portato anche il gruppo dirigente del PD e i “grandi elettori”
PD del Presidente della Repubblica.
Subito dopo la sconfitta elettorale la linea politica di
Bersani e della direzione Pd era quella di realizzare un “governo di
cambiamento” negandosi quindi alla proposta di “larghe intese”, motivando
questa scelta con la necessità di una svolta nel governo del Paese e con
l’esigenza di non lasciare solo al M5S campo libero nell’interpretare la forte
richiesta di cambiamento che le elezioni ci hanno dato non solo con il
risultato elettorale, ma anche con l’alto numero di astensioni.
Tantissimi iscritti ed elettori del PD si sono chiesti
perché, se la linea del Pd era quella del “governo di cambiamento”, si è
provveduto a candidare Marini alla presidenza della Repubblica, candidatura
propedeutica alle “grandi intese”, e non si è dato sostegno alla candidatura di
Stefano Rodotà, oggettivamente e chiaramente chiave di volta per un governo di
cambiamento.
Nessuno di noi lo ha capito!
Quello che poi è accaduto con la candidatura di Prodi è
davvero vergognoso. Si candida Romano Prodi all’unanimità e poi lo si pugnala
alle spalle con 101 franchi tiratori per favorire il governo di larghe intese.
Crediamo che, oltre alle reprimende di facciata verso i 101
franchi tiratori, i nostri rappresentanti e i nostri parlamentari farebbero
bene a dire chiaramente chi sono altrimenti si offre una copertura politica e
morale a questi signori e soprattutto si copre una operazione squallida, che
porta il Pd verso il governissimo. Perché dev’essere chiaro che il PD è il Partito in cui i 101 franchi
traditori hanno fatto fuori Prodi per realizzare le grandi intese con il
centrodestra e, alla fine, hanno avuto partita vinta. E per noi ciò è
inaccettabile. Almeno escano i nomi dei franchi tiratori!
Crediamo che se il Pd delle grandi intese ha vinto a Roma
abbia però perso credibilità tra i suoi elettori. Credibilità che non pensiamo
possa essere recuperata con il governissimo e con “l’agenda Monti”, anche se
sinceramente ce lo auguriamo, per il bene del paese.
Il vero motivo per cui ci troviamo davvero in una situazione
in cui il PD rischia la propria esistenza ed ha perso credibilità è perché una
parte sempre più consistente del partito, vive già e da tempo nelle “grandi intese”
: nelle società, negli Enti, nelle Banche, ecc.
Questa parte del Partito non poteva permettersi il governo
di cambiamento, a costo di fare fuori uno del padri del PD: Romano Prodi! Ed è
questa parte del partito che sta dando una grossa mano a Grillo.
Noi vogliamo che si sappia che non ci omologhiamo alla linea
politica dei 101 e che continueremo a rappresentare l’esigenza di un governo di
cambiamento, facendo rete con tutti coloro che, delusi, guardano con stupore e
distanza allo squallore che una parte non indifferente di nostri “grandi
elettori” hanno offerto al nostro paese, paese che non li merita.
Democratici che avrebbero votato Romano Prodi e Stefano
Rodotà.
Francesco Corso
Nicoletta Pannocchia
Sabina Pescarolo
Matteo Tognin
Filippo Pacchiega
Antonella Buson
Maria Cocchiarella
Diego Zanetti
Davide Caron
Vittorio Ivis
Andrea Drezzadore
Tiziano Veronese
Beatrice Dalla Barba
Anna Maria Gemignano
Gianfranco Giacchetto
Gianfranco Milani
Paolo Tognin
Roberto Milan
Roberto Franco
Angela Rizzato
Tomaso Boniolo
Renato Cappon
Paolo Merlo
Sergio Daniele
Valeria Pistollato
Paolo Merlini
Roberto Zanetti
Rosanna Morlin
Daniela Morandin