lunedì 6 febbraio 2012

COMUNICATO STAMPA


Le ultimissime vicende Lusi e Brentan, dopo quella di Penati e Co. dimostrano come la "questione morale" sia anche un affare interno al PD, ”, oltreché a tutto il sistema dei partiti italiani.
Le orgogliose affermazioni di estraneità del PD a corruzione e malversazione suonano oggi a cittadini ed iscritti come un'ennesima beffa. 
È evidente a tutti che "alcune mele marce" hanno potuto fare i propri interessi all'ombra del partito in assenza di qualsiasi forma di controllo e/o di trasparenza dei contributi elettorali. 
La stessa esistenza, al solo fine di ricevere finanziamenti, di due partiti morti (DS e Margherita) rappresenta una vera e propria truffa, anche se legalizzata. 
Chi ha preso decisioni in merito deve dimettersi. 
Non solo. 
La gestione economica del passaggio da Ds e Margherita al Pd deve essere chiarita a tutti i livelli, nazionale e locale, a tutti gli iscritti nella massima trasparenza.
Il principio secondo cui chi riveste ruoli dirigenziali e di rappresentanza si senta giustificato per il solo fatto di non sapere, o di non essere stato informato, non può più vigere; il Pd è nato sotto il principio di responsabilità (accountability, diceva il primo segretario del partito) e di responsabilità oggettiva.
Nessuno può dire “io non c’ero o se c’ero dormivo”.
È interesse di tutto il PD Veneto che la magistratura accerti tutte le responsabilità di Brentan e di chi ha gestito mazzette e finanziamenti illeciti, al punto che ci aspettiamo che dentro il partito non ci siano forme di omertosa solidarietà con i colpevoli, ma anzi ne vengano contributi al lavoro della magistratura.
Soprattutto in questo momento di difficoltà, in cui il paese è chiamato al sacrificio e al rigore, è necessario che il Pd dia un segno inequivocabile della parte dalla quale vuole stare.
Ne risulta che è anche necessario che chi doveva controllare sui finanziamenti elettorali si dimetta. 
E ancora: il Pd si deve dotare di una Carta pubblica in cui tutti coloro che occupano cariche in enti vari per conto del PD dichiarino le proprie posizioni, le retribuzioni, le consulenze, i titoli ad occupare l'incarico, il che è almeno in parte quello che per legge è d’obbligo per tutti i dirigenti e i funzionari che rivestono incarichi di indirizzo politico e amministrativo (D.Lgs 150/2009).
Su questi obiettivi ci impegneremo a tutti i livelli del PD perché nessuno, la prossima volta, possa affermare "io non sapevo...".

PD Nuovo Percorso

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