martedì 26 giugno 2012

Le primarie: Come si può iniziare a realizzare un effettivo rinnovamento della politica in Italia


Le elezioni primarie sono uno strumento essenziale di partecipazione della cittadinanza alla strutturazione interna dei partiti, e quindi alla vita politica complessiva del paese.
Tuttavia questo strumento, per essere effettivo e realmente efficace, non può limitarsi a dare ai partiti una “facciata democratica”, buona solo per i giornali e gli altri media, ma deve corrispondere ai loro effettivi criteri organizzativi interni.

1. Le primarie devono essere aperte: sia per quanto riguarda i candidati, sia per la partecipazione al voto. Devono quindi essere escluse tutte le forme di discriminazione preliminare o di preiscrizione, che ridurrebbero questo strumento di democrazia ad un sistema di propaganda.
2. La libertà di accesso alle primarie naturalmente non esclude che la partecipazione ad esse non sia pubblica a tutti gli effetti, in quanto comporta un’assunzione di responsabilità diretta da parte dei partecipanti.
3. L’ammissione delle candidature deve fondarsi sul rifiuto di ogni discriminazione, di genere, culturale, sociale ecc.; occorre invece favorire la presenza fra i candidati non solo di donne, ma anche di rappresentanti delle minoranze e dei territori.
4. È necessario, in questa prospettiva, superare il prevalere, nella rappresentanza politica interna al Partito, dei capoluoghi sul territorio.
5. L’uso dello strumento delle primarie non deve limitarsi a poche cariche, come nella designazione di un leader di coalizione o del Segretario del Partito, ma deve estendersi a tutte le elezioni, europee, nazionali, regionali e comunali.
6. I partiti dovranno subordinare le deleghe presso gli enti pubblici o partecipati sia alla valutazione delle competenze, sulla base di curriculum accessibili a tutti, sia ad un orientamento politico chiaro.
7. Finché non verrà ridata agli elettori la possibilità di scegliere un candidato nelle liste elettorali per il Parlamento ed il Senato, basterebbe che queste corrispondessero alle preferenze delle primarie per evitare in buona parte gli effetti della legge porcellum.
8. Le elezioni primarie – soprattutto se estese a tutte le votazioni – comportano l’avvio d’una ricalibratura della delega, in quanto sottolineano il primato della società sui partiti politici.
9. Soprattutto in un momento difficile come quello attuale, i partiti, se vogliono riguadagnare la fiducia degli elettori, devono ampliare ed incentivare le proprie relazioni con la società civile e con tutte le sue componenti, sia economiche, sia politiche, sia culturali, anche collaborando attivamente con le libere associazioni e con i movimenti politici non partitici.
10. Questo non comporta una concessione da parte dei partiti alla società civile, ma, proprio al contrario, che essi si riconoscano come una sua componente essenziale, smettendo di considerarsi abusivamente come una parte dello Stato. Realizzare una loro effettiva democratizzazione significa realizzare con maggiore efficacia anche la democrazia parlamentare.
11. Una componente essenziale della sfiducia sempre più diffusa fra i cittadini nei confronti dei politici dipende dai metodi di finanziamento dei partiti. Il loro finanziamento pubblico – che del resto in Italia era stato rifiutato da un referendum – ha incentivato una grave distorsione della democrazia, facilitando il malcostume e l’adozione di comportamenti illegali anche al loro interno. Il finanziamento dei partiti deve quindi tornare alla società, prevedendo la detraibilità fiscale dei contributi economici liberi (eventualmente entro limiti determinati), oltre che la loro assoluta trasparenza pubblica. Nel contempo, anche la gestione economica interna dei Partiti deve diventare pubblica e pubblicamente controllabile, venendo sottoposta ad organismi terzi di revisione, come la Corte dei Conti.
12. È inoltre necessario dare un limite alla rieleggibilità in tutte le cariche politiche ed amministrative, istituendo (e facendo rispettare senza eccezioni) un limite a tre mandati parlamentari, ed accompagnando questa nuova regolamentazione con il divieto di riproporre come candidati almeno un terzo degli eletti (soprattutto nei primi anni d’applicazione). Questo non solo consentirebbe di rinnovare i quadri politici italiani, spesso legati a concezioni politico-economiche del tutto superate, ma contribuirebbe in maniera decisiva a rendere i Partiti dei rappresentanti effettivi della società civile.
13. Devono infine venire a cadere gli assurdi privilegi economici e previdenziali che contraddistinguono da troppo tempo la classe politica italiana.



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