Cari amici e cari democratici ad un anno di distanza dal congresso che ha sancito la nascita di PD Nuovo Percorso e la sua presenza in tutti gli organi di Partito padovani sento l'esigenza di fare alcune proposte e alcune riflessioni su quanto da noi prodotto e sullo stato del nostro gruppo.
e le condizioni di oggettiva difficoltà preparatoria al congresso dell'anno scorso ci hanno messo nelle condizioni di raccogliere molte adesioni di persone che nemmeno si conoscevano poichè di volta in volta dovevamo, circolo per circolo, cercare di individuare candidature per l'assemblea provinciale che sostenessero la nostra mozione.
A volte cercavamo con il lumicino che tra gli iscritti ci fosse qualcuno che si candidasse per noi, che rompesse gli schemi già preparati e le regie di un apparato che ha lavorato sodo per impedire la nostra affermazione. La maggiore parte di queste persone formano ora la nostra rete e sono la nostra vera forza.
Mentre alcune non le abbiamo mai più viste, ne sentite. Alcune si sono avvicinate episodicamente, altre stanno realizzando altre reti pur rimanendo con un piede nella nostra, altre ancora sono con noi ma in realtà non lo sono mai state.
Ora io credo che dopo un anno ci debba essere una verifica, anzi una rifondazione del gruppo, con una riadesione anche formale alla nostra mozione, con un richiamo fortissimo alla libertà di confronto e pensiero, ma con un richiamo altrettanto forte alla responsabilità e all'unità del gruppo, propedeutiche a qualsiasi possibilità di incidere in questo nostro partito.
Se a causa dell'eccessiva polemica e frantumazione vissuta nella rete perdiamo adesioni e ci sono nostri aderenti che si cancellano dalla rete (sono molti davvero. Troppi), non si deve chiudere la mail-list ma si deve chiedere a tutti un maggiore senso di responsabilità e una tenuta sui toni, sulla "verbosità", sugli eccessi polemici poichè l'obiettivo non è quello di stancare o di fare scappare gli aderenti alla nostra rete ma di aumentarla, incrementarla, rafforzarla. Se l'obiettivo fosse quello delle realizzazione di una sorta di Torre di Babele in cui ognuno parla per se e a se stesso senza alcun senso di responsabilità di gruppo sarebbe stato francamente inutile presentarci come forza di cambiamento del PD un anno fa al congresso.Così come abbiamo vissuto alcuni tratti del dibattito in rete in questi ultimi mesi è chiaramente il suicidio di un gruppo e l'affermazione di una zona "franca" dove ognuno parla per se e di se. Ed noi non abbiamo alcuna intenzione di suicidarci e di fare un regalo all'apparato di questo nostro Partito.
Dobbiamo ridare vita ad un gruppo che sta bene insieme, dove non si parla male gli uni degli altri, magari alle spalle. Un gruppo che vuole stare insieme e che sa trovare sempre le motivazioni che ci uniscono.
Crediamo fermamente che ad un anno di distanza a rileggere la nostra mozione ci siano pochissimi aggiornamenti da fare e che resti valida come piattaforma per chi volesse cimentarsi ancora nell'obiettivo del cambiamento del PD padovano.
L'invito è di rileggerla e su quella mozione, che ha ricevuto il consenso di oltre il 30% del PD, ripartire con chi ci crede ancora che sia necessario superare le varie appartenenze, per dare vita ad una nuova trasversalità che riporti la presenza del territorio e delle istanze della cittadinanza dentro il Partito o per riaffermare la centralità e l'autonomia dei circoli e le primarie come strumento di scelta democratica o ancora la necessità di aprirci al mondo delle associazioni, di uscire dalle sedi di Partito e vivere e condividere le esigenze e le istanze dei nostri concittadini.
Chi di noi sta promuovendo pratiche democratiche che riassegnino centralità e autonomia dei circoli o che caratterizzino le amministrazioni comunali in cui siamo presenti?
Nella Bassa in questo anno molto si è fatto in questo senso e c'è una autonomia di giudizio, di scelta e di organizzazione che prima non c'era.
Le stesse Feste cominciano a proporre un modello diverso da quello che accadeva soltanto un paio di anni fa. Certo molto si debba ancora perfezionare e fare per rafforzare la nostra presenza nel governo dei circoli e quindi nell'affermazione della loro autonomia ma la strada è stata tracciata e la si sta percorendo.La nota dolente riguarda Padova. I circoli padovani sono quasi tutti una sorta di cinghia di trasmissione del pensiero di Via Beato Pellegrino. A Padova autonomia e autogoverno dei Circoli sono parole sconosciute. Non so se dipende dall'assenza di NP padovano in tutti gli assetti istituzionali del Comune e di governo dei circoli e quindi ad una situazione che ci condanna a ad un ruolo residuale e di perenne diffusa minoranza condannata alla verbosità più che al governo della città. E' comunque strano che la militarizzazione dei circoli padovani passi sotto silenzio anche nelle
copiose serie di mail che circolano nella nostra rete. Si preferisce parlare di altro. Invece ritengo che si debba parlare soprattutto di Padova. Che Padova diventi uno dei nostri argomenti principali e che ci siano le condizioni, cambiando metodo di presenza, per produrre anche a Padova segni di forte discontinuità e cambiamento. E' possibile cambiare. Anche a Padova.
Propongo la creazione di un gruppo di lavoro che abbia come finalità il rilancio delle tesi di NP a Padova e la preparazione delle prossime amministrative padovane.
Anche la Festa Provinciale può essere una occasione per rilanciare la nostra presenza a Padova, una occasione per farci conoscere. Come componenti della Segreteria Provinciale (di diritto nel comitato organizzatore della Festa, anche se Ruzzante ci ha cancellati) siamo a disposizione per portare avanti proposte ed idee in questo senso.
Anche l'idea dello spazio aperto alle Associazioni gestiamola dimostrando che siamo capaci di lavorare bene INSIEME, tra di noi. Rispettandoci e collaborando. Solo così possiamo pensare di incidere nella gestione totalitaria della Festa, francamente difficile da digerire.
A Padova se lavoriamo bene sono possibili grandi cose.
- Il cambiamento
del Partito non viene da Roma, ma viene da Milano. Vale a dire viene dal basso. Non ci sono regole fisse e quindi l'apparato, il Partito elefante, non può prevenirlo e anche se lo potesse fare non ha la capacità culturale per potere prevenire alcunchè.
Il cambiamento a Cagliari ha il volto di un giovanissimo sindaco, a Milano ha i capelli bianchi di un grande Pisapia. La democrazia non conosce format prefabbricati da applicare in ogni situazione perchè non è un oggetto che si precofenziona.
Il cambiamento nasce dalle Primarie. Primarie che per le amministrative quasi sempre (a meno di una palese autosufficienza) sono primarie "aperte" . Le primarie oltre che rappresentare uno strumento democratico per la scelta dei candidati liberano energie e partecipazione che altrimenti rimarrebbero sopite.
Il vento del cambiamento non ha toccato il Veneto e non ha raggiunto Padova.
Noi siamo rimasti fuori e basta guardare con disincanto al nostro Partito e a chi lo governa per capirne i motivi.Però per potere cambiare il PD nostrano Nuovo Percorso deve cambiare marcia.
Deve fare, dimostrare che un nuovo Partito ci può essere e che si può cambiare l'esistente. Meno verbosità, meno parlarsi addosso e più riunioni, più lavoro. Più dimostrazioni sul campo. Più unità.Quindi una organizzazione che sappia discutere ampiamente e veramente ma che poi riesca a fare sintesi ed essere operativa. Una rete che vive solo di mail , di posizioni individuali non ha alcuna possibilità di incidere neppure
minimamente sullo stato attuale del Partito. Inoltre c'è bisogno di ricreare un clima di reciproca stima e fiducia, un clima che ci faccia stare bene insieme, che ci consenta di fare politica divertendoci, con entusiasmo.Cambiare il PD deve essere anche appasionante, deve essere una azione che sappiamo dimostrare di saperla portare avanti insieme.
Altrimenti chi governa attualmente a Padova il PD non può che dormire sonni tranquilli di fronte ad una minoranza che si frantuma in una sequela infinita di verbosità che produce disaffezione e fughe e che demolisce ogni iniziativa.- Serve una svolta!
Rifondare il gruppo. Sulla scorta di una nuova adesione basata su queste 4 proposte:
- adesione al manifesto che ha ottenuto il 31% dei consensi tuttora valido e tuttora interessante.
- uso delle Mail prioritariamente per comunicazioni ed informazioni e maggiore spazio per incontri (fissare una cadenza mensile per le assemblee di PDNP come luogo deputato alla discussione, al dibattito e alle scelte).
- bandire le iniziative individuali che non sono discusse nelle assemblee di PDNP,
- definire il ruolo dei "portavoce" del Gruppo, ovvero chi lo rappresenta.
Cari saluti.
Francesco Corso - Filippo Pacchiega - Matteo Tognin
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