lunedì 1 agosto 2011

Carbone a Porto Tolle: lettera aperta (e qualche domanda) al PD Veneto

Riprendiamo le lettera aperta del circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova


La Centrale in mezzo al Parco del Delta del Po
Cari Consiglieri Regionali, cari Deputati e cari Senatori veneti del PD,
come Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova riteniamo che la vicenda del carbone a Porto Tolle sia stata un’occasione sprecata per mettere a nudo l’incapacità del centro destra di dare risposte strutturali e organiche ai problemi di sviluppo del nostro Paese e della crisi economica.
Non sapendo cosa fare la Destra passa dalle norme Ad Personam alle norme Ad Aziendam costituendo così un pericoloso precedente dagli esiti al momento imprevedibili, senza che il nostro Partito abbia dato un segnale sufficientemente forte e chiaro di opposizione.
E’ stata persa un’occasione a nostro avviso di dimostrare che il Partito Democratico E’ un grande Partito di centro-sinistra RIFORMISTA, EUROPEO e MODERNO.
Vorremmo farvi alcune domande per capire a cui chiediamo gentilmente risposta:

1) Leggi Ad Aziendam. Secondo indagini in corso, un agente segreto avrebbe tentato di corrompere i magistrati di Rovigo che si opponevano agli investimenti ENEL. Tutto questo mentre ENEL ricopre da anni un ruolo di sponsor o fondatore ‘bipartisan’ dentro Fondazioni legate a esponenti anche del PD (‘Italia Decide’ e ‘Italianieuropei’, ce ne sono altre). Tutto questo è pienamente legittimo, tuttavia riteniamo che per evitare interpretazioni maliziose il PD debba inserire nel suo Codice Etico la regola di VOTARE CONTRO A PRESCINDERE su qualsiasi legge ‘Ad Aziendam’ e ‘Ad Personam’, cioè di non riconoscere questo tipo di provvedimenti come etici. Gradiremmo avere la vostra opinione a riguardo.
2) Voto in Consiglio Regionale. La maggioranza in Veneto non ha accolto nemmeno uno degli emendamenti presentati dal PD. Nonostante questa arroganza, e in contrasto con la posizione del PD emiliano che ha votato una risoluzione in Regione Emilia-Romagna (Regione che co-gestisce il Parco assieme al Veneto) contraria alla riconversione della centrale si è deciso lo stesso di non votare contro: è degna di un grande Partito secondo voi questa posizione?
3) IL PIL di Porto Tolle. L’investimento nella riconversione secondo ENEL sarà di 2,5 Miliardi di Euro in 6 anni, circa 416 Milioni all’anno. Equivale a circa lo 0,025% del PIL italiano (stimandolo di circa 1600-1700 Miliardi di Euro) ogni anno per 6 anni da 2012 a 2018. I numeri non tornano proprio, anche volendo essere cinici e trascurando gli aspetti ambientali l’affare per l’ITALIA non c’è. Può un grande Paese come il nostro permettere di intaccare un Asset come il Parco del Delta a fronte di questa incidenza sul PIL? Quale altro Paese europeo secondo voi lo farebbe?
4) Carbone in Europa. Nel 2009 in Europa si è dismesso più carbone di quanto se ne sia costruito (2406 MW costruiti, 3200 dismessi). La centrale di Porto Tolle secondo i piani entrerà in funzione non prima del 2018 (al netto dei ricorsi). E’ evidente che si tratta di una decisione fuori dalla storia e fuori tempo massimo. E’ questo che il nostro Partito intende per ‘moderno’?
5) Carbone nel Parco. In nessun Paese di Europa, nessun Governo ha MAI lasciato costruire una Centrale a carbone all’interno di un Parco Naturale di importanza continentale. Voi sapete benissimo che l’Europa, a seguito dei ricorsi che partiranno, lo impedirà anche questa volta. Di fatto con l’astensione si è usciti dal consolidato europeismo del PD. Con che credibilità d’ora in avanti il nostro Partito potrà dire: ce lo chiede l’Europa? E’ normale che un partito europeista come il  PD discrimini tra Direttive Europee di Serie A e di Serie B?
6) Futuro del carbone. In Germania un Governo di centro-destra ha deciso di rinunciare al 22% di produzione da nucleare entro 10 anni, solamente mediante l’uso di Energie Rinnovabili, SENZA NUOVO CARBONE (ricordiamo che la Germania non ha nemmeno il 15%-16% di idroelettrico che possiede l’Italia). Pensate che siano gli Ecologisti ad essere radicali o è il nostro Partito che rischia di avere posizioni non più aggiornate con i trend europei?
7) Lavoratori di Serie A e di Serie B. Proprio questa settimana la cozza di Scardovari (nel Comune di Porto Tolle) ha ottenuto, primo mollusco in Italia, la DOP. 1400 persone ci lavorano su 1500 abitanti nello stesso Comune dove sorge la centrale. Questa DOP potrebbe aprire la strada ad altri prodotti DOP di pesca e acquicoltura nel territorio. Quale freno allo sviluppo DURATURO complessivo del territorio viene impresso per salvaguardare i 300 posti di lavoro della Centrale? Nel bilancio costi-benefici quanti pescatori di Scardovari servono per fare un lavoratore ENEL? Vorremmo capire meglio quali interessi e modelli produttivi rappresenta il nostro Partito nel 2011. 
8) Retroattività della norma. Molti imprenditori dal ’97 hanno investito nell’area del Parco grazie al fatto che è, appunto, un Parco. Ora rischiano di perdere gli investimenti visto che cambierà l’assetto del territorio. C’è un effetto retroattivo della norma appena votata che incide sulla certezza del diritto di fare impresa nel nostro Paese. In che modo il nostro Partito si pone sulla questione di norme retroattive di questo tipo che minano la credibilità dell’Italia agli occhi degli imprenditori italiani ed esteri?
9) Utilità pubblica dell’opera I. La centrale a Carbone non farà abbassare le bollette. E’ noto che il prezzo del kWh in bolletta dipende dal costo del ‘kWh marginale’, cioé dalla centrale più costosa in funzione in quel momento, non dalla più economica. Il carbone farà sì abbassare i costi di produzione, ma non abbassare le bollette (la stessa ENEL sul suo sito ufficiale parla di diminuzione dei costi di produzione, ma non di diminuzione delle bollette). L’operazione si traduce solo in un aumento del margine di profitto per ENEL. Niente di male, ma: dov’è la pubblica utilità di questo progetto?
10) Utilità pubblica dell’opera II. In Italia non serve nuova capacità elettrica. Quella esistente è di circa 105 GW (di cui 30 GW da rinnovabili), e aumenta grazie alle rinnovabili di circa 5 GW/anno. La potenza di picco consumata in Italia (per pochi giorni all’anno) è la metà: 55 GW. Questo fa sì che molte centrali siano sottoutilizzate già oggi. I consumi elettrici in Italia saranno stabili se non in riduzione. Per questo i circa 2 GW di carbone a Porto Tolle non servono. Il differenziale tra costo energia in Italia e il resto d’Europa è arrivato al minimo storico nel 2010 secondo l’Authority dell’Energia, in costante riduzione grazie agli investimenti di TERNA per eliminare i colli di bottiglia nella rete elettrica e alle rinnovabili (che nonostante gli incentivi hanno un effetto calmiere sul costo marginale del kWh). Ancora una volta: dov’è la pubblica utilità dell’opera? Questa a nostro avviso poteva esserci nel 2005 quando ENEL ha avviato l’iter, ora non c’è più.
11) Disutilità pubblica dell’opera. Se l’utilità si fa fatica a vederla, è invece evidente il danno pubblico per 2 motivi: 1) la centrale peggiorerà la situazione nella Pianura Padana che già oggi è la zona d’Europa con la peggior qualità dell’aria, causa di costi sanitari che pesano sulla collettività e di peggioramento della qualità della vita per milioni di persone; 2) anche il costo del mancato raggiungimento degli obiettivi obbligatori della Direttiva Europa “20 20 20” ricadrà sulla collettività. Come possiamo denunciare tutto questo senza aver tenuto una posizione coerente?
12) Occupazione. L’iter autorizzativo di ENEL inizia nel 2005, nel 2008 a Porto Viro, poco lontano da Porto Tolle, viene inaugurato il rigassificatore Edison che richiede circa le stesse mansioni dei lavoratori ENEL della centrale: perché non c’è stata nessuna azione politica allora (la legislatura è quella attuale) per ricollocare i lavoratori ENEL nel nuovo impianto evitando così lo scempio del Parco sotto il ricatto occupazionale? E’ condiviso dal nostro Partito il principio che una centrale a carbone in un Parco Naturale di importanza continentale non può essere considerata un ammortizzatore sociale? In alternativa perché non riconvertire la centrale di Porto Tolle a gas garantendo l’occupazione (altrimenti a cosa serve il rigassificatore)?
13) Le decisioni del Governo Prodi nel 2006. Le previsioni del 2006 sugli scenari energetici in Italia oggi si dimostrano tutte sbagliate: nessuno aveva previsto il boom di rinnovabili e nemmeno la diminuzione strutturale dei consumi a seguito della crisi. Per questo motivo si può benissimo rivedere la  posizione del Partito del 2006, quando era al Governo, senza perdere credibilità. Il Governo Prodi ha preso una decisione per lo più verosimile allora (scenario con poche rinnovabili e aumento considerevole dei consumi) a favore della Centrale partendo da quelle previsioni. Perché il nostro Partito considera un vincolo la posizione del 2006 favorevole alla centrale, mentre non considera un vincolo la posizione del 1997 favorevole all’istituzione del Parco con determinate regole? In entrambi i casi si è costretti a rivedere posizioni assunte in passato, perché una pesa più dell’altra? Se il metodo di non ridiscutere posizioni assunte anni prima verrà applicato costantemente, in un mondo che cambia così velocemente ci sarà il rischio di un Partito che sosterrà sempre più provvedimenti già obsoleti ancora prima di essere presi.
14) Quale modello di sviluppo. Da questa vicenda l’opinione pubblica percepisce che il nostro Partito ‘sopporta’ il modello di sviluppo attuale ed è poco deciso sulle proposte alternative. Per uscirne proponiamo 3 azioni su cui chiediamo il vostro appoggio:
1) Chiedere con forza che si arrivi finalmente ad un Piano Energetico Nazionale.
2) Mettere in agenda nel Partito le proposte degli Ecologisti Democratici sul piano energetico al 2020-30-50.
3) Mobilitare tutto il Partito attorno alla petizione europea promossa da EREC (‘Confindustria Rinnovabili Europea’) ed EUFORES (intergruppo di parlamentari europei per le rinnovabili) che chiede all’Europa di darsi l’obiettivo del 100% da rinnovabili al 2050 (http://www.100percentrenewables.eu/c), dando così concretezza all’obiettivo dichiarato dal Segretario Bersani secondo cui “il PD è il più grande partito ambientalista europeo”.
Ci auguriamo di aver trasmesso con questa lettera un sincero spirito critico ma costruttivo, aperto al dialogo e alla voglia di capire meglio, ribadendo la volontà di costruire assieme un Partito Democratico più europeo e più moderno, per un’Italia più moderna e più europea.
Ringraziamo quanti tra voi si sono spesi vigorosamente per portare il PD Veneto su una posizione più coraggiosa su Porto Tolle, sappiamo che ci sono, questo ci dà fiducia nel futuro.
Le risposte che vorrete darci, assieme a questa lettera, saranno diffuse largamente.
Vi ringraziamo per l’attenzione e vi auguriamo buon lavoro.
Francesco Fiore
Circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” Padova

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