C'è un vento di rinnovamento che soffia dalla periferia. E mira ad immettere aria nuova al posto di quella un pò stantia che si respira dentro gli apparati cittadini del partito. È insomma l'aria dei circoli e delle assemblee di base quella che, secondo Francesco Corso, sindaco di Baone, proclamatosi outsider di Federico Ossari al ruolo di segretario provinciale, è indispensabile per ridare fiato e credibilità al Pd. E rimetterlo nel gioco del confronto politico dopo la terribile mazzata delle elezioni regionali. L'offensiva di Corso, affiancato da numerosi amministratori democratici dell'area dei Colli e della Bassa, non vuole essere liquidata come l'opposizione ad oltranza di ispirazione mariniana.
«Molti dei nostri - ha spiegato il sindaco di Baone - si riconoscono in Bersani e in Franceschini. Il comun denominatore è caso mai quello di saldare la fratture che oppone la componente cittadina a quelle periferiche. E ridare cittadinanza in ciascun territorio a problematiche ed istanze che il partito non può ignorare, se non vuole cedere ulteriore terreno rappresentativo a forze antagoniste.» L'invito al rinnovamento di Corso implica una maggior responsabilizzazione dei circoli. Per i quali l'outsider alla segreteria invoca maggiori risorse economiche per assicurare una più incisiva presenza nei territorio. Un invito al cambiamento, insomma, declinato in chiave di federalismo finanziario. Per spostare i centri decisionali dagli apparati alle periferie.
Dal Gazzettino del 13/06/2010
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Francesco Corso si candida alla segreteria provinciale del Pd
il mattino di Padova — 14 giugno 2010 pagina 11 sezione: PROVINCIA
Francesco Corso, sindaco di Baone alla guida di una lista civica, si candida ufficialmente alla carica di segretario provinciale del Partito Democratico. Una discesa in campo, quella di Corso, che non fa sconti alla dirigenza del Pd a tutti i livelli, sia regionale che provinciale. «Abbiamo perso tantissimi voti - è il poco consolante esordio - Pezzi interi di elettorato in questi ultimi anni ci hanno lasciato, preferendo altri soggetti o semplicemente non votando. Alle recenti elezioni regionali si è consumata la prestazione più bassa del Pd e del centrosinistra veneto. Abbiamo conseguito il peggiore risultato in tutta Italia. Il disastro era annunciato. L’impreparazione e l’approssimazione non lasciano scampo». Parole durissime. Ma come invertire la tendenza negativa? «Per cambiare la rotta - è la risposta di Corso - riteniamo che si debbano superare le recenti collocazioni assunte nell’ultimo congresso nazionale e realizzare una nuova unità, superando le divisioni territoriali. Finora abbiamo assistito al perdurare di vecchie appartenenze (Ds e Margherita) e a una trasversalità di vertice, fatta di accordi tra i vari leader provinciali e regionali del partito; accordi fra gruppi di apparato e fra vari capicorrente». Come uscire da questa «impasse»? Innanzitutto, la valorizzazione dei circoli locali e del meccanismo delle primarie «che non sono da applicarsi in tutte le situazioni ma rimangono lo strumento privilegiato per selezionare la classe dirigente del Pd. Spesso ci siamo chiusi nelle nostre scuole di partito, nelle nostre sedi e stiamo un po’ alla volta, in molti casi, perdendo il contatto con la realtà». Corso, ritornato alla guida di Baone dopo una parentesi che l’ha visto impegnato a Monselice, è in pensione dopo aver lavorato come bancario. E’ sempre stato un apprezzato amministratore.
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