Il Centrodestra
Ciò che ci divide dal centrodestra (PDL e LEGA) è una concezione della politica e della società, profondamente diversa basata sui diritti e sui doveri dell’individuo, sull’eguaglianza dei cittadini, sul valore collettivo dell’agire politico e sulla rispondenza a questo delle leggi e del governo, dall'economia alla solidarietà, dall'ambiente alla salute pubblica, dall'acqua alla scuola, dalla giustizia al fisco.
Le differenze tra la visione sociale del centro destra e del Pd sono profonde. A partire dal consumo del territorio, l'immigrazione, la scuola, il lavoro, sull'etica, sui diritti individuali e collettivi, l’eguaglianza sostanziale e formale,ecc..
Se poi aggiungiamo che PDL e LEGA hanno dato vita al governo più centralista della nostra storia repubblicana, il più pericoloso per la nostra stessa Costituzione possiamo dire che le distanze tra chi milita nel PD e chi milita nel centrodestra sono enormi.
Anche i referendum che saremo chiamati a sostenere mostrano inequivocabilmente che su temi concreti come il nucleare e l'acqua loro la pensano in maniera molto diversa.
Per quanto riguarda la gestione del nostro territorio la politica del Pd dovrà essere conseguente alla sua differenza di intendere la vita dei cittadini e il rapporto con l’ambiente, e quindi ad esempio è da rifiutare e combattere l’ approccio dimostrato in questi anni dal centrodestra con una edificazione diffusa ed incontrollata e con la crescita impressionante dei centri commerciali.
Su queste premesse identitarie, pensiamo che sia impossibile e snaturante per il PD, ricercare alleanze organiche con il PDL e la Lega. Non dobbiamo dare l'impressione di inseguire il cdx per ottenere assessorati o posti di rilievo, ma essere in ogni caso forza di deciso cambiamento rispetto ai metodi e ai programmi del cdx.
E’ invece interessante esaminare e proporre una propria analisi su quanto è emerso nelle liste civiche nate successivamente alla legge elettorale su comuni e provincie, e se vi sono convergenze, sviluppare accordi e percorsi comuni con i veri Gruppi Civici che sono nati in diversi nostri Comuni, come espressione di una esigenza di laicità e di autonomia politica che ha motivazioni profonde anche nei limiti dimostrati dai Partiti, compreso il nostro.
Il PD Padovano
Dieci mesi or sono, con l'assise congressuale padovana, abbiamo iniziato un percorso che ci ha visto protagonisti e conseguire un ottimo risultato. Abbiamo unito tutte le forze del cambiamento e nonostante non vi fosse adesione alla nostra proposta da parte dell'apparato, dei consiglieri provinciali e regionali, di tutti gli onorevoli, abbiamo ottenuto il 30,53% dei consensi.
Abbiamo superato gli schieramenti congressuali e postcongressuali nazionali e abbiamo dato vita ad una rete che unisce la Provincia alla Città, fatto singolare e senza precedenti anche nella storia dei principali partiti confluiti nel Pd, dove il padovacentrismo è sempre prevalso sul territorio: tutti i consiglieri regionali e provinciali, tutti i deputati e senatori sono di Padova città!
Pertanto PD Nuovo Percorso è la vera novità nel panorama politico del PD padovano. Nasce da una proposta politica articolata, che rifiuta le modalità dell’agire della vecchia gestione della politica e degli incarichi, che riporta al centro delle decisioni il protagonismo e la proposta degli iscritti e dei circoli. Quindi era naturale il rifiuto della spartizione degli incarichi e delle nomine fatte su base correntizia e il ribadire la centralità della discussione negli organi e delle primarie per la scelta dei candidati. Bisogna precisare che, chi più, chi meno, tutte le componenti finora hanno preferito alla pratica della democrazia interna, la pratica degli accordi e scambi tra aree del PD.
Tanti che si dicevano fortemente contrari, se non indignati, si sono allineati ed ora hanno scelto di svolgere un ruolo di nominati anziché di eletti. Sopratutto a Padova e cintura urbana questo fenomeno è dilagante.
Gli organi del Partito (Segreteria, Esecutivo, Direzione) di cui noi facciamo parte in quanto proporzionalmente rappresentativi del consenso scaturito dal congresso di Luglio 2010 dopo un avvio in cui abbiamo dato una grande disponibilità e dopo la costruzione di un rapporto di lealtà e correttezza nei confronti di Federico Ossari, Segretario Provinciale, uomo onesto e corretto, appaiono oggi svuotati di potere decisionale. I luoghi di decisione e scelta politica sono altri e in capo ai vari leader del partito, mentre negli organismi statutari riducono la discussione e diventano luogo di ratifica.
In questo quadro il compito del segretario provinciale è oggettivamente difficile. Ma anche mantenere la novità di PDNP è difficile.
Il programma del Pd è stato assolutamente coerente con questa gestione/rafforzamento dell’idea politica basata sui rapporti di forza, a partire dalla costruzione del programma della passata Festa Provinciale, assolutamente autoreferenziale, alle scelte per le elezioni amministrative in alcuni comuni, condizionate dalla propria egemonia nel partito e nel circolo del comune al voto, prima che per l'affermazione elettorale, dall'assenza di primarie per la scelta dei candidati sindaci e delle alleanze, alle decisioni sulle nomine negli Enti Pubblici, che sembrano assegnate con criteri correntizi e sulla base di vecchie appartenenze (Ds e Margherita): queste sono solo alcune delle gravi carenze che abbiamo toccato con mano.
Insomma il nuovo partito ha le logiche dei precedenti ed anche i timidi tentativi di suscitare un forte cambiamento hanno lasciato immutata la situazione e le rendite di potere nel PD padovano finora non sono state minimamente scalfite.
Assistiamo infattiuna lenta agonia dei circoli del Pd tanto in città quanto in provincia, subissati da iniziative – spesso ecise a livello centrale senza coordinamento coi territori – ma ancora lontani dall’avere un’autonomia e un riconoscimento politico reale.
I numerosi giovani che sono presenti negli organi di partito non hanno peraltro, manifestato una diversità generazionale profonda nei contenuti della politica, spesso prigionieri di logiche vecchie e di appartenenze che ne limitano la libertà di azione, mancando il ruolo di vera novità e rinnovamento che solo loro potranno determinare nel cogliere i problemi e la loro soluzione nell’agire politico.
In conclusione se il Pd nazionale appare spesso carente nell’opposizione alla disastrosa maggioranza, il partito locale appare invece bloccato dalla presenza di gruppi autoreferenziali e veti incrociati.
Ci sono anche dati positivi, e l’azione che sta scaturendo nelle 2 aree dei Colli e della Bassa Padovana in cui abbiamo conseguito un buon successo, evidenzia novità di agire e di una nuova presenza del partito, ottenuta anche con l'elezione di coordinatori di zona. Bisogna consolidare questo risultato, che i coordinatori di zona e i loro collaboratori hanno la responsabilità di affermare, rafforzando l’azione nel territorio e la collaborazione con i nostri rappresentanti in esecutivo e in direzione, stabilendo con essi un rapporto di reciprocità, ricavando e trasmettendo informazioni/approfondimenti utili per le deleghe di competenza e costruendo con loro iniziative basate su temi e proposte vicine alla gente.
Prospettive per Nuovo Percorso
E' chiaro che assistere a tutto questo senza mettere in campo una strategia per portare al cambiamento, per tentare di riportare il Partito ai valori per cui è nato, significa essere minorità, non minoranza che vuole diventare maggioranza. Dobbiamo legare fortemente la nostra esistenza ai valori, ma anche sulla necessità di cambiare un PD che ancora somiglia troppo ai vecchi partiti dei DS e della Margherita.
Pertanto come Nuovo Percorso dobbiamo fare alcune scelte sulle quali verificare convergenze sia dentro, che fuori dal Partito:
- Dibattere il risultato del voto dopo le amministrative.
- Potenziare la nostra presenza in Direzione
- Utilizzare lo strumento delle assemblee degli iscritti, provinciali e cittadine, nelle quali i presidenti sono espressione delle posizioni di NP, e indire le suddette assemblee su Odg per noi rilevanti.
- Presentare, dopo le elezioni amministrative, come PDNP in Direzione due mozioni per chiedere per Padova le primarie "aperte" sia per individuare il candidato Sindaco del dopo Zanonato che per individuare i candidati al Parlamento quando si terranno le elezioni politiche.
- Stabilire una strategia per le amministrative di Padova ed enunciare gli obbiettivi che si vogliono ottenere .
- Presentare in Direzione un documento che stabilisca regole certe per le nomine.
- Ricominciare a programmare iniziative aperte (internamente ed esternamente) di PDNP, a cominciare da iniziative sulle tematiche ambientali.
Il PDPN continuerà a valutare, proporre ed agire per l’affermazione delle proprie proposte e per la crescita del Pd, effettuerà incontri periodici, sia plenari che di area o territoriali per esercitare concretamente i principi di discussione, analisi e democrazia interna che richiede come prassi per il Pd. Anche in relazione al risultato delle proposte ed iniziative in Direzione, dopo l'estate valuterà insieme le modalità con cui stare negli organismi dirigenti del PD.
Riepiloghiamo qui di seguito le principali attività svolte in questi mesi da PDNP:
- Raccolta firme a favore delle primarie nei collegi uninominali iniziata in corrispondenza della Festa Provinciale e continuata anche nei mesi successivi nei circoli;
- Promozione del dibattito sulle compagnie di acquisto solidale all'interno della festa provinciale (una delle poche parentesi vicine ai cittadini, nella generale parata di BIG);
- Convegno "Etica - Ambiente - Territorio" a Boara Pisani, primo evento che ha visto il coinvolgimento e ha dato voce agli amministratori locali, ai rappresentanti di movimenti e associazioni ambientaliste, trattando temi "vicini" al nostro territorio e ai cittadini che lo abitano;
- Presa di posizione ferma e produzione di documento presentato in direzione (poi rivelatosi determinante sulla linea del partito) sulla questione REVAMPING-ITALCEMENTI di Monselice tramite l'autoconvocazione dei circoli della Bassa e Colli e la successiva presentazione di un documento che poi è stato assunto come posizione del PD;
- Documento sulla questione nomine negli enti sovracomunali, presentato e discusso in direzione provinciale che ha portato, dopo acceso dibattito, ad un impegno preciso nel considerare determinati criteri, evitando logiche di "caminetto" e ad una mozione in direzione sulle nomine regionali al Parco Colli Euganei passata a maggioranza (primo risultato la recente riconferma di Gianni Sandon al Parco dei Colli Euganei);
- Incontro/dibattito "la crisi dell'agricoltura e le politiche comunitarie" che ha permesso al PD di trattare un tema molto importante per l'economia del territorio (bassa/colli in particolare) e troppo spesso trascurato;
- Convegno "IL MONDO DEL LAVORO E DEI LAVORATORI, esperienze, analisi e proposte per uscire dalla crisi", organizzato a Conselve, in collaborazione con il partito provinciale, che ha visto (fra gli altri) il contributo di lavoratori di diversa estrazione e provenienza.
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