La sentenza del TAR ci soddisfa per due motivi.
Il primo perchè è stato bloccato un progetto sbagliato per il nostro territorio e questo ci da ragione su tante questioni poste da tempo e non ultimo sulla dignità che abbiamo come amministratori eletti dai nostri cittadini di tutelare il nostro ambiente e il nostro paesaggio (non era facile farlo dopo la sentenza del Consiglio di Stato).
Inoltre la sentenza evidenzia come il Parco abbia dato ascolto solo alle richieste avanzate da una parte abdicando ad un ruolo rappresentativo di tutto il territorio ed non abbia affrontato la questione cementifici insistenti all'interno del perimetro del Parco Colli in termini complessivi, in un "Progetto Unitario" che riguardi tutti e tre i cementifici e non a spicchi, ovvero per singolo stabilimento, come invece si è proceduto per il revamping.
E' singolare che siano i giudici a ricordarci l'esistenza degli articoli del Piano Ambientale che impongono questo approccio.
Ora al Parco va chiesto proprio questo: dare forza ad un percorso che tratti unitariamente la questione dei cementifici in quanto attività incompatibili con il Parco stesso.
In questo senso va sostenuto fortemente il tavolo sui cementifici promosso dalla nuova amministrazione del Parco Colli. Sostenuto ed incoraggiato.
Il secondo perchè questa sentenza ci dà il tempo per arrivare con proposte economiche-occupazionali coerenti con le finalità della legge istitutiva del Parco Colli.
Questo è un compito che spetta alla politica.
Avevamo chiesto a Provincia e Regione un tavolo in cui ci si confrontasse sul destino economico della nostra area, sulle scelte strategiche per l'occupazione ed il futuro del nostro territorio, ed in base a scelte condivise si agisse di conseguenza.
Avevamo chiesto di ricercare le alternative occupazionali.
Invece le nostre richieste sono rimaste inascoltate: il Sindaco della città in cui insiste lo stabilimento dell'Italcementi non si è mai confrontato con il territorio circostante; la politica che conosciamo si è guardata bene dall'ascoltare i timori e le rimostranze che venivano dalle nostre comunità e non ha saputo suggerire e prefigurare un percorso per condividere quale prospettiva economica e sociale proporre per la nostra area.
Solo Margherita Miotto si è fatta interprete delle istanze e delle preoccupazioni che provenivano dalle nostre comunità.
Un pò poco per una politica che a parole vuole riannodare i legami con la popolazione, un pò poco per una politica che dovrebbe per lo meno favorire il confronto e la ricerca di soluzioni condivise, che dovrebbe dimostrare progettualità.
Sono questi comportamenti "poco politici" che portano disaffezione verso la politica.
Ora c'è finalmente spazio per la buona politica.
Gli amministratori, i partiti, gli esponenti politici (onorevoli, consiglieri regionali, ecc.), gli amministratori del Parco Colli, le associazioni devono mettersi da subito al lavoro e sostenere concretamente l'azione di Baone ed Este con una proposta che porti occupazione.
La politica ha la possibilità di prendersi uno spazio che le appartiene: progettare lo sviluppo economico coerente con la vocazione turistica di questo nostro meraviglioso territorio.
Dobbiamo coniugare la difesa dell'ambiente e della salute con la difesa del posto di lavoro arrivando al Consiglio di Stato (se ancora si vorrà arrivarci!) non solo difendendo stenuamente una sentenza che ci soddisfa pienamente ma anche con una proposta occupazionale che solo la buona politica può dare.
Francesco Corso Sindaco di Baone
Giancarlo Piva Sindaco di Este
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