Questo programma non si riferisce
solo ad una candidatura alle prossime elezioni politiche, ma intende
soprattutto dare al gruppo che lo approverà – composto da PD-Nuovopercorso, da
altre associazioni e da numerose adesioni individuali – una direzione politica
chiara e condivisa. Da esso saranno estratti in seguito dei documenti pubblici
di formato più ridotto, ma sempre coerenti con le sue linee fondamentali.
Può sembrare che molte delle
proposte qui contenute tocchino dei temi troppo generali. Esse in effetti non
possono che prescindere, attualmente, dalla dialettica che può evidenziarsi
solo nelle decisioni concrete. I programmi, in effetti, hanno la funzione di
stabilire una direzione da mantenere fedelmente, senza tuttavia perdere il
contatto con i dati della realtà socio-economica.
Il più importante problema, in
Italia (ma non solo) è posto oggi dalle relazioni fra la politica e l’economia.
Il nostro paese, se per un verso ha bisogno di profonde liberalizzazioni – se
con questo termine ci riferiamo alla necessità che la vita sociale si liberi
finalmente dall’occupazione da parte di numerosi gruppi d’interesse e di potere
–, per un altro non deve confondere la libertà che la politica deve garantire,
per esserne a sua volta garantita, con lo strapotere dei gruppi finanziari. È
attorno a questo tema che ruotano, in definitiva, tutti i punti che qui vengono
presentati.
Filippo Pacchiega, Nicoletta Pannocchia, Ettore
Perrella, Filippo Rizzato
Con il
contributo di:
Maurizio
Borsatto, Francesco Corso, Gaetano De Venuto, Marisa Galbussera, Angelo Mancini, Ettore Perrella, Maria Piscitello, Filippo
Rizzato, Renato Zender, Mattia Vallerin, Paolo Vallerin
Per una
nuova politica di centrosinistra
I.
Il rilancio dell’economia
1.1.
L’attuale crisi globale richiede che l’economia reale sia difesa dagli effetti
distruttivi della finanza da attuarsi attraverso la collaborazione fra Stati, in primis all’interno dei confini
dell’Unione europea.
1.2. Per
questo proponiamo un ripensamento del ruolo dell’Unione europea, dando compiutezza
alle caratteristiche federali che già oggi molti esperti vi riconoscono, in
continuità con il progetto originario di Robert Schuman, Jean Monnet, Paul-Henry
Spaak e Altiero Spinelli.
1.3. In
quest’ottica proponiamo che la BCE sia dotata di tutti i poteri propri di una
banca nazionale, e che abbia la facoltà di operare come la Banca federale degli
Stati Uniti.
1.4. Per
il rilancio dell’economia è necessario distinguere fra bad companies, che si limitano alla speculazione finanziaria, e good companies, che invece raccolgono il
risparmio ed operano a sostegno dell’economia reale. Se in difficoltà, solo le
seconde dovrebbero potersi avvalere della tutela e del sostegno dei relativi
Governi nazionali, veri e propri garanti dei risparmi dei cittadini.
1.5. Ci proponiamo di
contrastare i fenomeni ricondotti al ‘quarto settore’ (criminalità organizzata,
corruzione politica, evasione fiscale, economia canaglia, riciclo capitali
ecc.) e di ridistribuire le somme o i beni
confiscati alla criminalità, per incentivare l’attività imprenditoriale
giovanile e per rinforzare le casse di regioni, province e comuni che sapranno
distinguersi per la realizzazione di un programma di forte contrasto alla
criminalità e alla corruzione. Tale risorsa dovrebbe diventare l’unica
possibilità per appianare
i deficit di bilancio delle singole regioni.
1.6. Nella lotta alla
criminalità è necessario regolamentare e limitare le esportazioni di liquidità
dall’Italia.
1.7. Proponiamo
di individuare per legge un limite massimo e minimo alle retribuzioni
indipendente dall’attività svolta e una forbice massima da 10 a 1 fra la
retribuzione massima e quella minima di ogni attività; sosteniamo poi la
proposta di un reddito minimo di cittadinanza e di contrasto alla povertà.
1.8. Proponiamo
che lo Stato italiano cerchi di riappropriarsi del proprio debito: solo ai
cittadini italiani si dovrebbe proporre di sottoscrivere OTIF (Obbligazioni del
tesoro con incentivo fiscale), con interesse definito ed esenti da ogni
tassazione.
1.9.
Per determinare una progressiva riduzione della tassazione e dell’incidenza
sulla stessa dell’evasione fiscale, proponiamo la detraibiltà dal reddito di
tutte le spese, fino ad una soglia massima da individuarsi, escluse le spese
per i beni di lusso.
1.10.
Promuoviamo la sostituzione del PIL come indicatore econometrico con strumenti
più flessibili e meglio corrispondenti ai dati dell’economia reale, come l’HDI (Human
Development Index), che combina il PIL con indicatori di scolarizzazione e
salute ambientale.
1.11.
Vediamo la necessità di rivedere il patto di stabilità, che sta soffocando
anche i comuni in grado di amministrarsi senza sprechi.
1.12.
Debbono essere rinegoziate le concessioni pubbliche.
1.13.
Promuoviamo la valorizzazione del tessuto produttivo-commerciale interno, con
limitazioni qualitative e sanitarie vincolanti alla concorrenza globale.
1.14.
Riteniamo equo introdurre una forte tassazione per l’esercizio di attività che
impoveriscono i territori, a sostegno delle economie territoriali e per ripristinare
forme di concorrenza equilibrata.
1.15.
Sosteniamo l’introduzione di un’imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin
tax).
1.16.
Chiediamo l’interruzione delle politiche di privatizzazione e di vendita del
patrimonio pubblico e delle partecipazioni aziendali, per non svalorizzare gli
asset nazionali e non svendere la produzione civile.
1.17.
Per rilanciare l’economia, soprattutto nel meridione, crediamo nella validità
di no tax areas.
1.18.
Intendiamo rilanciare il turismo sostenibile come valorizzatore del patrimonio
artistico e culturale italiano.
1.19.
Crediamo nel rilancio dell’agricoltura italiana, facilitando la distribuzione
diretta della produzione al di fuori dei grandi circuiti distributivi e il
guadagno dei produttori agricoli e di chi lavora all’industria della
conservazione e della produzione di derivati.
1.20.
Intendiamo favorire tutte le produzioni locali dotate di denominazione di
origine protetta o controllata e garantita, sia in Italia, sia all’estero, sia nell’agricoltura
che nella trasformazione, e cercheremo di proteggere le esportazioni contro il
falso made in Italy.
II.
Riforme
2.1. Propugniamo l’introduzione
nel titolo I, parte I, della Carta costituzionale, rubricato ‘diritti e doveri
dei cittadini’, del diritto ad un ambiente salubre, del diritto ad una corretta
informazione, della tutela dei beni comuni.
2.2. Sosteniamo la
necessità di modificare l’art. 49 della Costituzione, inserendo l’obbligo per i
partiti di organizzarsi al loro interno secondo il principio democratico.
2.3.
Sosteniamo la riduzione del numero delle Province e l’opportuna aggregazione
dei Comuni con meno di 5000 abitanti.
2.4.
Siamo favorevoli all’eliminazione dei privilegi dei gruppi d’interesse e alla
liberalizzazione delle professioni.
2.5. L’informazione
televisiva e radiofonica pubblica sarà ristrutturata, escludendo i partiti
politici dal controllo di questi strumenti di comunicazione.
2.6. Sosteniamo la
necessità di una legge quadro contro il conflitto d’interessi.
2.7. Siamo
a favore della tutela del terzo settore e del no profit.
2.8. Saremo
tra i promotori dell’introduzione di una legislazione che preveda diritti e
doveri delle coppie di fatto, anche dello stesso sesso, nonché la previsione di
un nuovo istituto giuridico per le coppie omosessuali equivalente al matrimonio;
sosteniamo poi l’approvazione di una legge contro l’omofobia.
2.9. Chiederemo
la revisione della disciplina sulle adozioni, aprendo questa possibilità anche
alle coppie omosessuali che abbiano formalizzato il loro legame e a coppie di
fatto non sposate anche dello stesso sesso.
2.10. Promuoviamo
una proposta di revisione della legge sul testamento biologico e la possibilità
che ciascuno dichiari liberamente la propria volontà di essere curato in caso
di disabilità permanente.
2.11. Chiediamo l’introduzione
dello ius soli al posto dello ius sanguinis, al fine di riconoscere
automaticamente la cittadinanza a tutti i nati in Italia da genitori qui
residenti.
III.
L’assistenza socio-sanitaria
3.1. L’allungarsi della vita media c’impone di
sostenere un’assistenza ospedaliera integrata e, quando possibile, sostituita
dal servizio sanitario domiciliare.
3.2. Sosteniamo anche un’operatività integrata a
livello nazionale di ULSS
(unità locali socio-sanitarie) e i PSSR (piani socio-sanitari regionali) per
risolvere le problematiche di assistenza ed integrazione sociale legate agli effetti dell’immigrazione sulla popolazione
residente in Italia. Tali tematiche dovrebbero essere oggetto di ampio
dibattito fra cittadini, associazioni, partiti politici e istituzioni
socio-sanitarie.
IV.
L’urgenza formativa: il rapporto fra scuola e attività produttive
4.1
Crediamo nella formazione e chiediamo di investire nell’istruzione di ogni
ordine e grado, sostenendo la scuola pubblica e rilanciando le scuole professionali,
perché scuola, formazione e lavoro debbono coagularsi nell’esperienza di vita
di un giovane.
4.2.
Siamo favorevoli all’obbligo dell’insegnamento della lingua inglese in tutte le
scuole, di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola materna.
4.3. Sosteniamo
l’abolizione del valore legale dei titoli di studio.
4.4.
Crediamo nell’importanza dell’attività sportiva per la formazione dei ragazzi e
la sosteniamo.
4.5.
Promuoviamo forme di lavoro cooperativo ad alta valenza formativa: progetti
integrati nella realtà, nei quali il naturale desiderio di partecipazione dei
ragazzi potrebbe essere guidato dagli adulti.
4.6. In
collaborazione con le industrie e le aziende produttive, proponiamo la
creazione di luoghi istituzionali in cui i giovani ricercatori possano
presentare nuove idee, aiutandoli nella realizzazione pratica delle stesse.
4.7.
Gli istituti di ricerca, scientifica e tecnologica (ma non solo) delle
Università vanno sostenuti economicamente, perché l’istruzione ed il progresso
delle competenze costituisce un investimento cruciale per il rilancio a livello
internazionale dell’Italia.
V.
Ambiente
5.1. Sosteniamo la
proposta di una ‘riconversione ecologica’ dell’economia e la necessità di
facilitazioni e stimoli fiscali per la sostenibilità energetica ed ambientale.
5.2. Desideriamo
incentivare tutte le modalità d’approvvigionamento energetico self-made, privilegiando le energie
rinnovabili, così da rendere l’Italia
il più possibile autonoma; in particolare siamo favorevoli a sgravi fiscali per
i privati che vorranno investire in tale direzione.
5.3. Chiediamo di
rivedere, dove possibile, i progetti delle grandi opere, in favore delle reti
dei territori, così da riaffermare le sovranità economiche territoriali, in
rapporto di sussidiarietà con quelle nazionali, sovranazionali e globali.
VI.
Lavoro
6.1. Proponiamo lo studio
di una riforma del
mercato del lavoro che instauri una collaborazione effettiva fra le agenzie di
collocamento e le richieste dell’industria, del commercio e del mondo dei servizi,
tenendo conto delle esigenze dei giovani che cercano una prima occupazione e di
coloro che, usciti dal mercato del lavoro in età avanzata, sono ancora lontani
dalla pensione. Pensiamo ad una sorta di ‘camera di compensazione’ territoriale
che operi con una conoscenza specifica nei vari comparti lavorativi, da creare
con la collaborazione di varie istanze pubbliche come comuni, province e
regioni, camere di commercio e sindacati.
6.2. Crediamo nella
possibilità d’individuare nuove forme d’occupazione, attraverso il rilancio del
turismo e della cultura.
6.3. Siamo
consapevoli della necessità di salvaguardare il lavoro, nella fluidità del
mondo attuale, attraverso forme nuove e creative, e non con la riproposizione
di modelli industriali superati e il continuo consumo di territorio.
6.4. Siamo favorevoli
ad incentivare il lavoro stabile, a discapito del precariato.
6.5. Promuoviamo la
salvaguardia del lavoro nel rispetto dei limiti imposti dai vincoli
paesaggistici ed artistici e nel pieno rispetto del diritto alla salute.
6.6. Crediamo nella
necessità di un’effettiva parità di genere nel mondo del lavoro, ed a tal fine
proponiamo che le dipendenti private siano a carico dello Stato durante il
periodo della gravidanza e della maternità.
VII.
Immigrazione
7.1. Il
fenomeno dell’immigrazione ci deve vedere impegnati all’ottenimento di una
piena integrazione dei nuovi cittadini italiani, e per questo debbono essere evitate
le trasformazioni in ghetti d’interi quartieri delle città.
7.2. Proponiamo
l’individuazione di criteri atti a regolamentare i flussi migratori, tenendo
conto delle condizioni del lavoro in Italia, così da evitare sia
un’immigrazione percepita dagli italiani come difficoltà e minaccia in chiave
occupazionale, sia un’immigrazione clandestina come occasione di sfruttamento.
VIII.
Nuove forme di partecipazione politica e democrazia interna dei partiti
Parlamento
e Partiti
8.1. Propugniamo
una proposta di modifica della legge elettorale, perché crediamo nella
possibilità diretta di scelta nominale di tutti i candidati al Parlamento e
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri da parte del cittadino, inserendo
nella proposta il limite di tre legislature per i Parlamentari e per qualunque
altra carica pubblica, ad eccezione del Presidente della Repubblica e dei
Presidenti delle Camere, per i quali proponiamo il limite di un solo mandato, e
del Presidente del Consiglio dei Ministri, per il quale proponiamo il limite di
due mandati.
8.2.
Proponiamo l’abolizione dei privilegi economici e previdenziali della classe
politica italiana; i vitalizi dei nostri parlamentari debbono essere equiparati
al trattamento pensionistico nazionale su base contributiva.
8.3. Vogliamo
incentivare la presenza femminile nelle rappresentanze politiche, e a questo
proposito proponiamo il sistema delle doppie liste elettive e se necessario, in
maniera transitoria, l’introduzione di quote rosa predeterminate.
8.4. Ci
impegniamo a vietare a tutti i parlamentari di poter ricoprire altre cariche
pubbliche durante il loro mandato.
8.5. Chiediamo
l’ineleggibilità alle cariche pubbliche per i cittadini condannati in via
definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione, per delinquere, per
reati contro la persona, per reati del mondo societario e del mercato
finanziario.
8.6. Crediamo
nelle elezioni primarie come strumento essenziale di partecipazione della
cittadinanza alla strutturazione interna dei partiti, e quindi alla vita
politica complessiva del paese, e le proponiamo come metodo d’indicazione dei
candidati alle elezioni per tutte le cariche pubbliche nazionali, regionali,
comunali ma anche di partito e di coalizione.
8.7. Siamo
favorevoli a primarie aperte per i
candidati e per la partecipazione al voto, escludendo tutte le forme di
discriminazione preliminare o di preiscrizione, perché limiterebbero l’effetto
democratico dello strumento delle primarie, mentre crediamo debba essere
pubblica la partecipazione ad esse.
8.8. Vogliamo
favorire la partecipazione alle candidature alle primarie e non solo delle
donne e dei rappresentanti di tutte le minoranze etniche, sociali e religiose.
8.9. Sosteniamo
le relazioni dei partiti con la società civile e con tutte le sue componenti
economiche, politiche e culturali, anche collaborando attivamente con le libere
associazioni e con i movimenti politici non partitici.
8.10. Riteniamo
urgente superare la verticalità dei Partiti, dando maggiore autonomia
decisionale agli organismi cittadini, provinciali e regionali; ed allargando le
loro collaborazioni internazionali, soprattutto in Europa, favorendo la
creazione di federazioni di partiti europei.
8.11.
Siamo favorevoli all’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e
conseguentemente favorevoli al finanziamento sociale dei partiti, prevedendo la
detraibilità fiscale dei contributi economici, liberi ma limitati, e la loro
assoluta trasparenza pubblica.
8.12. Chiediamo
in una gestione economica interna dei Partiti pubblica e sottoposta alla
revisione della Corte dei Conti.
8.13. Siamo
favorevoli all’introduzione della responsabilità civile soggettiva per i
politici ed oggettiva per i partiti, per quanto fatto nell’esercizio della
propria attività politico-amministrativa.
8.14. Promuoviamo
l’estromissione dei partiti dalla gestione ed amministrazione della funzione
pubblica e dei mezzi di comunicazione.
8.15.
Proponiamo l’adozione di un codice etico che ogni candidato dovrà sottoscrivere
prima della competizione elettorale, pena l’esclusione. Una volta accettato per
sottoscrizione, il non rispetto di detto codice determinerà l’espulsione dal
partito e la dimissione dalla carica pubblica eventualmente ricoperta.
IX.
Prospettive ed idee di sviluppo per Padova ed il suo territorio
9.1. I
problemi delle città sono strettamente connessi con quelli del territorio
circostante, e questo vale soprattutto nell’“area metropolitana” o nella
“metropoli diffusa” che collega le città venete, fra Vicenza, Padova, Venezia e
Treviso. Proponiamo perciò:
– la
proibizione di occupazione di altro territorio per scopi di edificazione ed il
recupero edilizio delle aree già costruite;
– la
proibizione di creare altre zone commerciali periferiche ed il rilancio del
commercio nel centro storico e nei quartieri;
– la
creazione di parcheggi custoditi esterni al centro e di collegamenti pubblici
rapidi e continui;
– che
si progettino dei collegamenti metropolitani efficienti fra Padova e l’area
metropolitana di cui fa parte, da Vicenza a Treviso e Venezia;
– che
le aree verdi circostanti alle città vengano destinate a parchi di rispetto
agricolo, con la creazione di lotti assegnabili a chi voglia coltivarli;
– che
la produzione di questi parchi sia destinata a mercati destinati solo a questo
ed estranei alla grande distribuzione; questo avrebbe anche la funzione di
rilanciare l’occupazione in questo ramo non secondario;
– il
recupero degli edifici esistenti, soprattutto quando sono dismessi, con la
creazione di nuovi centri di aggregazione sociale.
9.2. Ci
pare importante rilanciare lo sviluppo dei settori dell’informatica e delle
telecomunicazioni (ICT), comprendendo in questo aggregato le specializzazioni
di tipo industriale e terziario legate alle nuove tecnologie, per le quali
Padova occupa già il primo posto nel Veneto
9.3.
Sarebbe utile creare un connubio ancora più stretto tra il mondo delle imprese
e l’Università, così da poter contare anche su corsi di laurea progettati sulle
esigenze di mercato.
9.4.
L’attuale crisi pone una sfida che è urgente affrontare e risolvere: quella
d’immaginare e realizzare uno sviluppo non più basato sulle cementerie, gli inceneritori,
le cave, le discariche, le imprese inquinanti ed un’estensione insensata e
distruttiva delle aree edificate, ma sulla valorizzazione d’un sistema di
valenze storiche, architettoniche, paesaggistiche, museali, termali ed
ambientali uniche: una ricchezza inestimabile sulla quale dobbiamo cominciare
finalmente ad investire. È necessario perciò realizzare un coordinamento
effettivo fra tutti gli attori politici e sociali del territorio (dirigenti e
parlamentari, sindacati, associazioni, amministratori dei Comuni ecc.),
coinvolgendo nelle decisioni tutti i livelli dell’amministrazione, ma in primo
luogo i cittadini, con nuove forme di partecipazione alle decisioni politiche.
9.5. È inoltre
necessario dare più peso politico al territorio della provincia rispetto al
capoluogo. Il territorio dovrà avere sempre le proprie rappresentanze
all’interno dei partiti, nel parlamento, nella regione e nella provincia,
contrariamente a quanto è finora accaduto nella nostra.
9.6.
Crediamo nella partecipazione delle amministrazioni comunali alla fase di
formazione delle decisioni anche delle istituzioni europee, perché non vogliamo
decisioni delle istituzioni europee regolate unicamente dall’andamento dei
mercati.
9.7.
La città deve concorrere a far recepire dal basso un modello sociale per l’Europa,
partecipando ai lavori del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea ed alle
sue sottocommissioni.
9.8.
Il Comune può impegnarsi anche sul non meno importante versante dell’indirizzo
politico, convocando un Comitato per la Federazione Europea, e tenendo i
contatti con tutti i soggetti attori della città: sindacati, associazioni
imprenditoriali, cooperative, associazioni artigiane, livelli locali dei
partiti e le associazioni registrate presso il Comune, per promuovere un piano
unico europeo di sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile.
9.9. Per evitare che nasca un fisco
europeo senza una volontà politica unica europea, occorre indicare un’idonea
procedura da inserire nella riforma dei Trattati sull’Unione Europea, prevedendo
una serie di passaggi:
– un’Assemblea Costituente europea,
rappresentativa di cittadini, Governi e Comissione Europea;
– una discussione in Assemblea di un
progetto di Costituzione redatto dal Parlamento Europeo, unico organo a legittimazione
democratica dell’Unione Europea;
– una previsione nella Costituzione
che conferisca la ratifica ad un referendum unico europeo;
– che il referendum avvenga solo
negli Stati che hanno partecipato con i loro rappresentanti alla redazione
della Costituzione e che, se nella maggioranza di quegli Stati vinca il “sì”,
la Costituzione, aperta all’adesione di altri Stati, entri subito in vigore.
Nessun commento:
Posta un commento