mercoledì 10 novembre 2010

Comunicato di Laura Puppato in merito alla sua partecipazione all'iniziativa di Firenze

Ho saputo dell’iniziativa di Firenze, organizzata dal suo sindaco Matteo Renzi e dal consigliere regionale della Lombardia Giuseppe Civati, da alcuni giovani del Veneto iscritti al Partito democratico. Messa in piedi una corriera, mi hanno invitato ad accompagnarli, perché ci tenevano che il Capogruppo in consiglio regionale fosse con loro. A Firenze ho visto l’Italia che lavora nel Partito democratico; ho incontrato persone mai viste prima, ma che mi sembrava di conoscere da sempre. Persone generose che hanno speso di tasca propria per partecipare a un evento unico dove si parlava e si ascoltava.
Settemila tra donne e uomini, giovani e vecchi, iscritti e non iscritti, parlamentari, segretari regionali, provinciali, di circolo e tanti, tanti amministratori locali.Tutti hanno avuto a disposizione cinque minuti, non un secondo di più. Abbiamo parlato di noi italiani, di come l’Italia dovrebbe essere. Lo abbiamo fatto da democratici, come sappiamo esserlo noi: in fila per uno, con il sorriso sulle labbra, senza una scaletta precostituita, senza primi della classe e maestrine dalla penna rossa. Una maratona di proposte, informazione e comunicazione. Sul lavoro, sulla scuola, sull’università, sulla sanità, sull’ambiente, sul merito, sulla giustizia. Dove tutti hanno bandito il termine “rottamazione” e sollecitato però il Pd a essere coerente con le regole che ci siamo dati tre anni fa, in particolare sull’esigenza di utilizzare le primarie e sul rispetto dellimite del numero di mandati istituzionali. Il tutto in una vecchia stazione restaurata (la stazione è un luogo d’incontro), non in una villa o in un teatro dove si recita un copione e i posti nelle prime file sono sempre riservati per chi arriva in ritardo e non è bene che rimanga i piedi. Non dobbiamo temere l’entusiasmo dei “giovani” e l’esperienza dei “vecchi”, ma metterli insieme in una miscela di energia e di conoscenza; piuttosto dobbiamo guardarci dall’ambizione dei “giovani-vecchi” e di chi vorrebbe cambiare tutto perché nulla cambi.

L’incontro di Bersani a Roma con i soli segretari di circolo, provinciali e regionali era un’iniziativa diversa, non sovrapponibile ma anzicomplementare a quella propositiva di Firenze. In quella di Roma non era prevista la mia presenza, non essendo segretario di nulla e, infatti, figure come Serracchiani e Scalfarotto hanno liberamente inteso presenziare prima a questo e poi a quello. Ai nostri nuovi segretari della provincia di Treviso ho scritto una lettera la settimana scorsa per congratularmi e, allo stesso tempo, per mettermi a loro disposizione con spirito di servizio. E per ricordare loro l’importanza di averli accanto quali sensori e antenne di stimolo al lavoro della sottoscritta e di tutti i consiglieri regionali, che guardano al territorio come una risorsa, una miniera inesauribile di forze che quotidianamente si danno da fare e hanno il coraggio di metterci la faccia assumendosi delle responsabilità. A Firenze come a Roma c'erano solo democratici che non sognano piùun’Italia diversa, ma che, con ruoli diversi, hanno cominciato a costruirla. È un buon viatico pensando al Veneto disastratodall’alluvione di questi giorni e ritornato a essere periferia dell’impero per colpa di una classe politica dissennata.

Laura Puppato
Capogruppo PD Regione Veneto

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