domenica 7 novembre 2010

Discorso di Francesco Corso a Firenze

"Ciao a tutti. Sono un Sindaco di un piccolo comune del Veneto, in provincia di Padova. Un Veneto che è arrivato ultimo in Italia nelle elezioni regionali dell'anno scorso. Un Veneto che, per la terza volta, ha scelto all'ultimo momento utile, un candidato da contraporre a Luca Zaia. Nonostante la sconfitta, pesantissima, nel Veneto sembra che non vogliamo cogliere le motivazioni della sconfitta e che ci accontentiamo dell'elezione dei candidati consiglieri regionali delle varie componenti che fanno parte dell'apparato.
Io vorrei che il nostro partito nel Veneto si APRISSE e si mischiasse con tutto quello che sta fuori dal partito, alle associazioni, ai comitati alla cosidetta “società civile”. Dobbiamo essere noi i primi a condividere le istanze dei cittadini, della gente comune.


Un partito che dice quello che fa. Un partito che fa quello che dice.

Un esempio: tutti i nostri dirigenti parlano di primarie e della nuova legge elettorale. Si continua a dire che è giusto restituire la scelta dei propri rappresentanti agli elettori, lo si ripete spesso e lo dicono quasi tutti; ma allora mi chiedo, se questo è vero, come mai tutte le competizioni congressuali, tutte le nostre primarie siano avvenute con liste bloccate? Perché non si è data la possibilità di scelta ai nostri iscritti e ai nostri militanti? E poi ci chiediamo perché risultiamo poco credibili!

Guardate amici, abbiamo tutti bisogno di un Pd forte e credibile per cambiare questa Italia alla quale vogliamo un bene immenso e non ne possiamo più di vederla governata da gente a cui non importa niente del futuro di questo paese ma che pensa solo ai propri interessi personali. Per cambiare tutto questo, per cambiare l'Italia, c'è bisogno di uscire dalle nostre sedi per aprirci a quello che sta fuori dal PD.

Prossimamente verrà avviata l'iniziativa del porta a porta. Quello che veramente serve è che le persone da cui andremo a bussare alla porta ci conoscano già! Noi non vogliamo che ci confondano con nessun altro ma ci conoscano perché siamo già stati a fianco delle loro battaglie, perché abbiamo già sostenuto le loro istanze. Ci conoscano insomma perché abbiamo proposto un progetto di sviluppo basato sulla valorizzazione delle nostre ricchezze storiche, museali, ambientali e paesaggistiche e perché siamo stati dalla loro parte nella difesa della salute e dell'ambiente, del lavoro e per l'affermezione della solidarietà.

Se c'è qualcosa da rottamare a partire da qui questa è la sindrome della sconfitta. Noi non ci rassegniamo a perdere. Dobbiamo costruire le basi nel Veneto per sconfiggere la Lega e se non lo faremo da subito non riusciremo a invertire una rotta che ci ha portato a un risultato disastroso. Quello che dobbiamo comprendere è che la Lega è forte nel nostro territorio perché noi siamo deboli.

All'inizio vi ho detto che sono un sindaco del Veneto, di un piccolo comune dei colli euganei. Da questi colli nei giorni limpidi si può scorgere il mare. Ora anche in giornate uggiose, possiamo scorgere l'immenso mare dell'alluvione che ha investito tantissimi paesi, centri abitati e che sta drammaticamente cambiando la vita a tantissime persone. In queste situazioni dobbiamo capire perché ciò è accaduto. Perchè il territorio ha dimostrato questa grande fragilità. Dobbiamo far capire ai cittadini che tagliare senza criterio in maniera indiscriminata i finanziamenti è nient'altro che lanciare un boomerang. Dovremmo invece spiegare che questa fragilità dipende anche da come chi ha governato ha gestito il territorio da chi ha consentito la cementificazione selvaggia avvenuta in questi anni, da chi non ha mai eseguto le opere di manutenzione.


Noi siamo qui a Firenze per dire che questo è possibile. Nel nostro piccolo a Padova abbiamo avviato un nuovo percorso che ha ridato un po' di speranza a tutti quelli che vogliono cambiare la vecchia politica e aprire questo nostro ingessato partito.

Grazie a tutti voi, grazie a chi ha organizzato questa bellissima convention: libera, aperta, partecipata. In questi giorni abbiamo avuto la sensazione che il Pd possa cambiare davvero grazie a tutti noi. La prossima Italia ci aspetta".

Bozza del discorso di Francesco Corso a Firenze

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