giovedì 11 novembre 2010

Quelli che il "trenta" politico...

D'Alema ai 'rottamatori': Con battute non si diventa dirigenti
Le battute non bastano, per ambire a essere classe dirigente bisogna anche studiare. Massimo D'Alema allude ai cosiddetti 'rottamatori' di Matteo Renzi, sindaco di Firenze. "Non ho nulla contro i rottamatori - ha spiegato il presidente del Copasir in un'intervista a Sky Tg24 - l'assemblea di Firenze è stata un'espressione di vitalità". D'Alema ci tiene però a ricordare che la sua generazione ha seguito un percorso diverso: "Quando Veltroni e io ci disputammo la guida del partito avevamo l'età di David Milliband. A quell'età eravamo già ai vertici e dopo quella disputa collaborammo e in due anni portammo la sinistra ai vertici del paese". E il confronto non fu "a colpi di battute e rottamazioni, ma presentammo piattaforme politiche e culturali molto impegnative, passammo delle notti a scrivere".


Gentile presidente D'Alema, certo! lo studio è importante. Lo sanno le persone che sono intervenute a Firenze: sindaci, ex-magistrati, docenti universitari, professionisti, studenti, lavoratori, amministratori. Lo sanno così tanto da essersi preparati l'intervento, lontani dalla logica della politica dell'improvvisazione, della cooptazione, del "tanto siamo classe dirigente". Ecco. A Firenze abbiamo imparato che c'è anche una classe diligente. E' dispiaciuto non aver potuto approfittare di un suo passaggio, di un suo messaggio. Sarebbe stato apprezzato. Ascoltato. Forse, anche applaudito. Però non la metterei, signor presidente, sullo studio. Purtroppo -rileviamo- non ha potuto apprezzare gli interventi. Perchè le battute ci sono state, anche come quelle che sa far lei. Divertite. Applaudite. Ma ridurre la tre giorni di Firenze a un confronto "a colpi di battute e rottamazioni", ribadisce ancora una volta, una volta di più, quanto la sua generazione, sia ormai lontana da tutti noi: dalla società e dalle persone. Poi, Le ricorderei, che dopo la disputa per i vertici, come dice lei, vinse Prodi. E fu Prodi, non lei, a sostenere l'esigenza di far nascere il partito nel quale oggi milita come "semplice iscritto". Caro presidente, la sua intelligenza e la sua esperienza sono un importante patrimonio per il PD. Per tutti noi. Però la lezioncina no. Perchè se ci fosse stato anche qui quel ricambio generazionale, nell'esempio da Lei giustamente rammentato di David Miliband, ora la sua intelligenza e la sua esperienza potrebbero essere al servizio del nostro paese, attraverso una nuova generazione a cui dare la possibilita' di raggiungere quei risultati cosi' importanti e necessari per il nostro paese che l'attuale classe dirigente, non ci ha saputo donare.

(Si guardi il video qui sotto. A proposito di battute)

Nessun commento:

Posta un commento