Nell'esatto momento in cui la Provincia approvava l'impatto ambientale del progetto di revamping, mercoledì scorso, il Comune di Baone dava il via alla controffensiva. La giunta municipale ha deciso di mettere nelle mani di un avvocato tutta la faccenda. I ricorsi al Tar erano stati annunciati più volte dal fronte del no, ma la delibera di Baone batte tutti sul tempo. Il legale che si occuperà del ricorso è il padovano Paolo Neri, il quale avrebbe già deciso la strategia offensiva con il sindaco, Francesco Corso. Il tratto della muratura difensiva dell'iter del piano dell'Italcementi sul quale punteranno gli arieti di Baone è uno solo: l'ente, assieme a Este, doveva essere coinvolto nella stesura e nell'approvazione della convenzione fra il privato e il Parco Colli. All'assedio si affiancherà anche la giunta atestina di Giancarlo Piva, con tempi e modi che rimangono per adesso ignoti. Il ricorso al tribunale amministrativo, quindi, non attaccherà direttamente l'impianto o l'Italcementi. E neppure le scelte autonome dell'amministrazione monselicense. Ma cercherà di scardinare le basi stesse del lavoro portato avanti dalla presidente del Parco Colli, Chiara Matteazzi, in fase di contrattazione con l'azienda. «Si tratta di un'azione concertata anche con l'amministrazione comunale di Este, che licenzierà una delibera identica - avverte Corso - la motivazione forte di questo provvedimento è che noi siamo stati individuati come Comuni interessati dalla commissione via della Provincia, assieme a Monselice e Arquà Petrarca». «L'articolo 19 del piano ambientale del Parco - continua il sindaco - sostiene che alla stesura della convenzione avremmo dovuto partecipare anche io e Piva. Il concetto di base, che fa leva su di un'ampia giurisprudenza ormai attestata, è che i nostri Comuni dovevano invece essere coinvolti».
Garavello sul Gazzettino di Padova del 5/01/2011
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