Chiedere l’agevolazione al servizio di mensa scolastica per i propri figli non avendone diritto, falsando in maniera consapevole o meno la dichiarazione Isee. Anche per il 2010 i dati dei controlli effettuati da Palazzo Moroni rimangono allarmanti: una persona su tre «bara» sull’Isee, cercando di ottenere ciò che non gli spetta di diritto.
E se da un lato si triplicano i controllati (si è arrivati al 33% delle domande di agevolazione, contro il 13% dello scorso anno), rimangono inalterate le percentuali. Ma l’offensiva di Palazzo Moroni verso i «furbetti dal redditino» continua: l’assessore alle Politiche scolastiche Claudio Piron illustra con orgoglio i risultati. «Solo con questi controlli risparmiamo 125 mila euro, e fra le varie voci in capitolo arriveremo oltre il milione e mezzo nel 2011». Nonostante i «tagli preoccupanti di risorse da parte del Governo, il servizio mensa per le scuole del Comune cresce: con i soldi recuperati dalle persone che non ne avevano il diritto riusciremo ad aiutare altre 570 utenti».
MULTE FINO A 25 MILA EURO. Premessa d’obbligo: non tutte le dichiarazioni Isee non ritenute valide sono frutto di imbrogli premeditati. Esiste anche l’errore e la mancanza di documentazione: i casi palesi, invece, sono quelli di cui si prende a carico la Guardia di Finanza su segnalazione del Comune. E da quest’anno c’è il nuovo regolamento sull’Isee: chi sgarra rischia anche una multa che va da 5 a 25 mila euro.
I CONTROLLI. Nel 2010 sono state controllate 343 domande: un terzo dei 1.018 utenti che usufruiscono di un’agevolazione. Di queste 120 sono risultate «incongrue»: 23 perché non hanno presentato il supplemento di documenti previsto, 97 invece per i dati che evidentemente non quadravano. Il nuovo regolamento Isee segnala anche delle fattispecie di dichiarazioni da ritenere «incongrue»: non saranno accettati Isee pari a zero, inferiori al canone d’affitto alla composizione del nucleo familiare secondo parametri fissati: 3 mila euro per una persona, 4500 per due e così via. Il senso è questo: se paghi un affitto di 10 mila euro l’anno, non «quadra» un Isee da 2 mila.
MENO DOMANDE. Un altro frutto del giro di vite nei controlli lo si può leggere nel numero di bambini per i quali i genitori hanno chiesto l’agevolazione per il servizio mensa: 1.476 per l’anno scolastico 2009/2010, 1.018 nel 2010/2011. Un calo del 31%, proprio nell’anno in cui si è attivata la task-force diretta dal dottor Maurizio Melchiori (Servizi scolastici). Il dubbio è lecito: probabilmente visti i controlli maggiori molti hanno preferito non rischiare, rinunciando a fare la domanda.
IL RISPARMIO. I frutti del lavoro sulle mense sono molto ampi. Dai controlli si recuperano 122 mila euro, dalla messa in cantina dell’esenzione totale (dall’anno scorso non esiste più il pranzo gratuito) altri 293 mila. Quasi 200 200mila arrivano dal recupero di crediti non ancora pagati, 650 mila dalla rivisitazione dei menù (con piatto unico e contorno 3 giorni a settimana e addio al biologico), e altro ancora. In totale fanno almeno 1 milione e 600 mila euro che saranno ridistribuiti alle famiglie. Quelle meritevoli. «Con questi soldi, facendo un calcolo veloce, potremo venire incontro alle esigenze di altre 570 famiglie, il 23% del totale» spiega Piron. L’esempio pratico è quello delle «borse di aiuto» per il servizio mensa, che variano dai 150 ai 200 euro annui. Nell’anno scolastico in corso ne sono state erogate 558. Una possibilità offerta dal recupero di quanto pagato indebitamente a chi non aveva i requisiti in regola.
bene ai controlli, ma se sono 1018 le famiglie che hanno richiesto un aiuto (pagano circa 500€ anziché in media 900€ l'anno) e vengono serviti 7000 pasti al giorno, quanti soldi mette il Comune e quanti le famiglie? i 650.000 risparmiati sono i soldi che le famiglie pagano per avere meno, hanno aumentato il costo delle mense per le famiglie! chiamatela se volete rivoluzione culturale ma intanto risparmiate sulle mense e investite in cemento e tondino con le grandi opere e con l'urbanizzazione selvaggia della città
RispondiEliminazero partecipazione, zero investimento sul futuro, zero trasparenza, zero informazione, un patto tra uomini d'onore...